Corso Venezia Milano, una delle vie centrali più belle

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Corso Venezia Milano
Corso Venezia Milano

In passato Corso di Porta Orientale, Corso Venezia Milano è una via centrale di Milano che congiunge Piazza San Babila a Porta Venezia. Uno dei quattro “lati” del Quadrilatero della moda, e tra i più eleganti. Nel 1770 Ferdinando, giovane figlio di Maria Teresa d’Austria, raggiunse la città in qualità di suo governatore. 

Per l’occasione all’architetto Piermarini fu commissionato l’abbellimento delle mura spagnole e la creazione dei giardini pubblici, gli attuali giardini di Porta Venezia. I nobili iniziarono dunque a costruire palazzi: è grazie a ciò se la via contava un gran numero di palazzi e ville. In quest’epoca divenne il luogo di ritrovo e passeggiate, sostituendosi al Corso di Porta Romana. Attualmente la via è sede di banche, associazioni e varie boutique di moda. 

Arrivando da piazza Oberdan, la prima parte della via è occupata dai giardini di Porta Venezia. Primo parco pubblico aperto ai cittadini, ospita, sul lato di Corso Venezia Milano, il planetario e il Museo di Civico di Storia Naturale. Grazie alla moltitudine di casate nobiliari trasferitesi nel Settecento, accoglie parecchi palazzi di notevole spicco fino ai giorni nostri. Tra cui Casa Fontana Silvestri, Palazzo Castiglioni, Palazzo Saporiti e il seminario arcivescovile, così come tante strade adiacenti. 

mappa corso Venezia Milano
mappa corso Venezia Milano

 

Ca’ del guardian

Alla fine del XV secolo questa bellissima casa Rinascimentale fu di tale Angelo Fontana. Fu invece il cortigiano Francesco Fontana, a servizio degli Sforza, a far restaurare e decorare la residenza. Se da Bramante o Bramantino non c’è mai stata chiarezza. Un’idea di quella che doveva essere stata la dà il fregio dipinto in facciata con i puttini. 

Altri affreschi sono ora al Museo del Castello Sforzesco, al piano del superiore, quello che ospita il Museo del mobile, rappresentanti sei figure allegoriche con strumenti musicali. Lo storico Guido Lopez svela un retroscena inedito: agli inizi del XX secolo il primo piano ospitò la Galleria fiorentina di Alfredo Geri. Alfredo Geri è lo stesso che recuperò la Gioconda di Leonardo da Vinci. L’opera venne poi esposta presso gli Uffizi di Firenze, a Milano e a Roma, dove il Re in persona la ammirò prima di restituirla ai legittimi proprietari: i francesi. 

 

I resti delle Cinque Giornate

Alzando lo sguardo a Porta Venezia si possono scorgere i resti delle famose Cinque Giornate di Milano. In quell’evento i milanesi si ribellarono dagli oppressori austriaci, e ci riuscirono. Gli asburgici, ben attrezzati, provarono ad avere la meglio scagliando sulla folle delle cannonate. In un palazzo al civico 13 ci sono ben due scalfitture: una su un lato dell’entrata e l’altra all’angolo con via della Spiga. 

 

Porta Renza

La porta orientale di Milano non è sempre stata là dove la vediamo oggi, l’ultima venne abbattuta nel biennio 1817-1819, collocata all’incrocio con via Senato. I cippi funerari, probabilmente appartenenti alla porta di epoca romana, vennero recuperati e successivamente inseriti nei bastioni di Porta Nuova e quindi al Museo Archeologico dove sono presenti tuttora. Si salvò inoltre una stele con una lupa che allatta due cuccioli, sita al n. 21. 

 

Marinetti

Al primo piano dell’edificio al 23 che fa angolo con via Senato, ha abitato il fondatore del Futurismo Filippo Tommaso Marinetti. L’appartamento allora affacciato sul naviglio era arredato in stile moresco. Marinetti era nato in Egitto, e aveva ereditato dal padre diversi oggetti. Frequentarono la dimora parecchi artisti quali Carrà, Bocciono e Sarfatti. Proprio la Sarfatti lo definirà uno “stantio appartamento ottocentesco, tra tappeti persiani, tendaggi turchi, mobili egiziani e mucharabié intagliati”. Oltretutto non v’erano specchi, Marinetti era infatti terrorizzato da quelli rotti. La targa ivi affissa riporta: “Questa è la casa dove nel 1905 Filippo Tommasi Marinetti fondò la rivista “Poesia”, da qui il movimento lanciò la sua sfida al chiaro di luna specchiato nel naviglio”. 

La “sfida al chiaro di luna” è una citazione di un manifesto scritto da Marinetti nella rivista intitolato: “Uccidiamo il chiaro di luna, chiaro affronto alla poesia di matrice romantica”. Nel 1911 si trasferì sempre in Corso Venezia una splendida casa Rossa al numero 37, ormai non più esistente, completamente in cotto con motivi risorgimentali. Nell’appartamento risiedette per qualche giorno pure Igor Stravinskij nel 1915. 

 

Il milanese Stendhal 

Infine, in questo viaggio alla scoperto di Corso Venezia Milano è ancora presente al 51 il palazzo che ospitò un 17enne Stendhal nel suo primo soggiorno milanese. Questa era la sede dell’amministrazione militare francese. Riportiamo alcune sue impressioni su Milano e su Corso Venezia Milano: 

Milano è la città d’Europa con le strade più comode e i cortili più belli all’interno delle case.

Tutti i giorni alle due c’è il corso, dove tutti sfilano a cavallo o in carrozza. Il corso si svolge a Milano, sul bastione fra porta Rense (porta Venezia) e porta Nuova.

Tutte le carrozze sostano per mezz’ora sul corso. È una specie di sfilata della buona società. La domenica, tutto il popolo viene a d ammirare gli equipaggi dei suoi nobili.

 D’inverno il corso si svolge prima di cena, dalle due alle quattro. In tutte le città d’Italia c’è un corso, o sfilata generale della buona società. I milanesi sono fieri del numero di carrozze che danno lustro al loro corso. In una bella giornata di festa grande, e di sole, qui ho visto quattro file di vetture in sosta sui due lati del viale, e al centro due file di carrozze in movimento, il tutto regolato e diretto da dieci ussari austriaci. D’estate al ritorno del corso, si fa sosta in corsia dei Servi a prendere dei gelati; si rientra a casa per dieci minuti, dopodiché si va alla Scala