Casa degli Omenoni Milano: un tesoro di pregio e valore

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Casa degli Omenoni a Milano
Casa degli Omenoni a Milano

In prossimità di Piazza della Scala, la Casa degli Omenoni costituisce, senza ombra di dubbio, uno dei tesori di maggior pregio e valore della Milano nascosta. Se imponenti strutture quali il Castello Sforzesco e il Palazzo Reale sono comunemente noti, i fini acculturati conosceranno senz’altro questo gioiello. Eretta durante la seconda metà del XVI secolo, tra l’altro della Casa degli Omenoni colpirà la presenza di otto telamoni sulla facciata, tutti realizzati dal celebre scultore e architetto italiano del Cinquecento Antonio Abondi. 

 

Le origini

La Casa degli Omenoni vede la luce nel 1565 e situata in quella che è che oggi l’omonima via, offre sicuramente diversi spunti di notevole interesse, a partire dal suo primo proprietario, Leone Leoni. Difatti, la si deve proprio a lui, scultore e cesellatore al servizio sia di Filippo II di Spagna sia di Carlo V d’Asburgo, la costruzione. Insignito nel 1542 della carica di scultore della Zecca di Milano, l’artista ne fece l’abitazione suae anche del figlio, Pompeo, anch’esso scultore. 

Entrambi mercati d’arte e noti collezionisti, misero insieme una versatile e rinomata collezione di opere creata da quelli che all’epoca erano i maggiori artisti, e pure oggetti di carattere storico. Ne facevano parte, ad esempio, le opere di Tiziano e Correggio, calchi in gesso di statua classiche, e l’inimitabile serie dei disegni di Leonardo da Vinci. Purtroppo lo spettacolare lavoro compiuto finì disperso dopo la loro morte. Eppure, l’originalità della Casa degli Omenoni stupisce ancora con il suo vecchio numero civico 1722 e il rilievo che spicca sopra l’ingresso, rappresentante la Calunnia sotto forma di satiro sbranata dai leoni del casato degli antichi proprietari. 

 

La meticolosa cura architettonica della facciata

Tuttavia, il visitatore rimarrà affascinato soprattutto da un “dettaglio”: la facciata della Casa degli Omenoni. Gran parte del fascino è elargito proprio dalla meticolosa cura architettonica, dagli elementi decorativi di notevole pregio e dall’alternarsi sulla facciata di leoni, aquile, chimere, cariatidi e festoni. Un vero e proprio inno ad una elegante ornamentazione. 

 

La struttura della casa deglio Omenoni

Nello specifico, è costituita da due ordini e un attico. Il pianterreno è ripartito attraverso l’impiego di otto imponenti telamoni, rigorosamente in pietra. Questi telamoni, di chiara ispirazione della statuaria romana classica, simboleggiano i barbari sconfitti. Se si presta attenzione, sopra le loro teste sono segnalate le stirpi ai quali appartengono, ovvero: Adiabene, Marcomanno, Parto, Quado, Sarmata e Svevo. Visivamente spicca l’accostamento di due finestre che mostrano il timpano spezzato e, ad arco, altre due finestre. Queste ultime furono aperte dove precedentemente si trovavano delle nicchie. 

Limitare lo stile all’impero romano è figlio comunque di una visione distorta. I telamoni per Leone Leoni erano un richiamo pure alla magna Grecia (si pensi per esempio ai colossi del tempio di Zeus ad Agrigento); inoltre, assolvevano ad una funzione pratica, impiegata come sostegno strutturale e decorativo. È opinione condivisa da molti esperti che il padrone di casa abbia tratto ispirazione pure dalle figure maschili progettate dall’amico Michelangelo Buonarroti per la tomba romana (tutto torna) di Giulio II. A lasciarlo supporre la presenza del Quadrone dei Giganti nello studio del Leoni. 

In quello che è il caratteristico piano nobile sono presenti delle colonne di ordine ionico, le quali vanno ad alternarsi a finestre e nicchie. Invece, i balconcini costituiscono una aggiunta avvenuta parecchi secoli più avanti, ossia in epoca Ottocentesca. Il cortile interno del complesso, restaurato nel 1929 da Portaluppi, si apre con ben tre ali porticate e con fregio di triglifi e di metope. 

 

Il significato del nome

Il termine Case degli Omenoni deriva dall’espressione tipica del dialetto milanese e significa “grandi uomini”. Oltre ad essere stata la dimora di Leone Leoni, alla fine dell’Ottocento fu anche sede della celebre casa musicale Ricordi e dal 1924 sede di Clubino, un circolo esclusivo per gentiluomini. Giorgio Vasari descrive il palazzo, nel capitolo delle Vite dedicato a Leone Leoni, così: “Lione, per mostrare la grandezza del suo animo, il bello ingegno che ha avuto dalla natura, e il favore della fortuna, ha con molta spesa condotto di bellissima architettura un casotto nella contrada de’ Moroni, pieno in modo di capricciose invenzioni, che non n’è forse un altro simile in tutto Milano”.

La Casa degli Omenoni si trova in Via degli Omenoni 3, poco distante dal Teatro alla Scala e del Duomo di Milano. Le fermate della metropolitana più vicine sono Monte Napoleone (M3 – linea gialla) e Duomo (M1 – linea rossa e M3 – linea gialla).