Via Monte Napoleone Milano: la via più cara del mondo

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Via Monte Napoleone Milano
Via Monte Napoleone Milano

La via più cara d’Europa? Ce l’ha Milano! Su quale sia, beh, non c’è quasi bisogno di dirlo: via Monte Napoleone. Tra le zone più lussuose, facoltosi uomini di tutto il mondo vengono qui per fare shopping. Russi, arabi, ma anche italiani dalle ricche disponibilità economiche ci fanno spesso e volentieri un salto, sicuri di trovare il capo di ultimo grido. 

 

Via Monte Napoleone: l’ultimo di una serie di nomi

Questa strada vanta una lunga storia, costruita numerosi secoli fa, seguendo l’antico tracciato delle mura romane sulle rive del Seveso. Tuttora scorre come Grande Seveso tombinato sotto il manto stradale. Fino al Settecento nota come contrada delle sbarre di Sant’Andrea, venne in seguito ribattezzata contrada del Monte di Santa Teresa con la dominazione austriaca; e contrada del Monte Napoleone con quella francese, accorciato in contrada del Monte con la caduta del Regno d’Italia. 

Infine, l’Unità d’Italia e la conseguente riforma, mirata a cancellare dalla toponomastica le tracce degli austriaci da poco cacciati dalla città, spinsero verso l’attuale nome di via Monte Napoleone. A tal proposito, fu teatro delle Cinque Giornate di Milano, in cui i patrioti insorsero contro gli asburgici. Qui aveva infatti sede il centro di coordinamento dell’esercito locale e da qui gli ordini partivano verso tutta Milano. 

 

Ospiti illustri personaggi 

 

Nel corso degli anni sono stati ospiti diversi personaggi illustri, dallo scrittore Carlo Porta al poeta Tommaso Grossi. Inoltre, Giuseppe Verdi vi trovò ispirazione per comporre il suo Nabucco. Gli abitanti tributarono all’attuale via Monte Napoleone il soprannome di el Quartier de Riverissi, in riferimento all’usanza dei signori di levarsi il cappello in segno di rispetto, per salutare una signora residente della zona. 

 

Via Montenapoleone Milano: il boom commerciale

Già intorno alla fine del XIX secolo Monte Napoleone assunse la connotazione di via del lusso: sempre più famiglie potenti e benestanti vi si trasferirono, e al contempo aprirono una dopo l’altra diverse gioiellerie e antiquari di nomea internazionale. Fra questi, la gioielleria di Annibale Cusi, che divenne fornitrice ufficiale di Casa Savoia; le fecero concorrenza le gioiellerie Buccellati, Pederzani, Faraone. Piuttosto frequentata era inoltre la coltelleria dei Lorenzi. 

A partire dagli anni Cinquanta esplose il commercio mondiale; proseguì la sostituzione delle attività produttive e si rimossero definitivamente le piccole botteghe: resistettero esclusivamente il fruttivendolo Moretti, il Salumaio e la drogheria Parini; mantennero il posto per essere diventati in qualche maniera dei punti saldi dell’identità e della tradizione. Oggi sono presenti saloni e negozi delle più affermate case di alta moda, inserendosi nel rinomato Quadrilatero e costituendo il 12% del PIL dell’intera Milano. 

 

Largo ai negozi e saloni di moda più affermati

Costellano via Monte Napoleone i negozi e i saloni dei più affermati marchi di moda, solo per citare i principali: Armani, Bottega Veneta, Dior, Dolce & Gabbana, Fendi, Alberta Ferretti, Gucci, Prada, Versace, Louis Vuitton, ecc. Assieme alle sue traversa e parallele vie Sant’Andrea, della Spiga e Pietro Verri, costituisce il cosiddetto Quadrilatero della moda. Talmente è associata nell’immaginario collettivo alla borghesia meneghina ricca (o presunta tale), da ispirare l’omonimo film di Carlo Vanzina, uscito nel 1987 nelle sale. I Personal shopper lo considerano un assoluto punto di riferimento. 

Nel 2002, con Radio e Portale, l’Associazione della via fondò il progetto Media, volto a rilanciare il made in Italy. Furono valorizzate le caratteristiche chiave di Milano, capitale incontrastata della moda. Attualmente è il primo strumento di rilancio e d’informazione sul made in Italy su scala planetaria. 

 

Via Monte Napoleone: il fronte viabilità

A differenza di via della Spiga, in larga parte zona pedonale, via Montenapoleone è aperta al traffico automobilistico e per la sua intera lunghezza è dotata di un marciapiede su ciascun lato. Data la configurazione di via Sant’Andrea e via Verri l’ingresso dei veicoli è autorizzato solamente dalla prima. 

In direzione nord-ovest, oltre l’incrocio, è sita la via Croce Rossa, che ha assunto la fisionomia di una piazzetta interamente pedonalizzata. Una grande parte è occupata da un monumento fontana, piuttosto oggetto di critiche da un punto di vista estetico. Presso la medesima piazzetta si trovano le scale che conducono alla stazione della metropolitana della linea gialla M3; caratterizzata dal colore giallo, va da San Donato a Comasina. Una chicca finale? Il nome della fermata è “Montenapoleone”, tutto attaccato, così come viene solitamente scritto.