Corso Garibaldi Milano, lunga 1.100 metri una strada antica

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corso Garibaldi

Non c’è bisogno di presentazioni. Corso Garibaldi, anima dell’Ottocento milanese, è una delle strade cittadine più antiche, ancora oggi estremamente battuta. Lunga complessivamente 1.100 metri, si dirama a nord da piazza XXV Aprile (corso Como) per arrivare fino a via Pontaccio (Brera). Interamente rientrante nel Municipio 1 di Milano e facente parte della Zona a Traffico Limitato dell’Area C, prima del 1860 si chiamava Porta Comasina o “Comacina”. Letteralmente significa: “che conduce a Como”, infatti la strada era la principale direttrice tra il capoluogo lombardo e la città lariana. 

 

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Corso Garibaldi: umile borgo extramurale nel lontano passato

Nel lontano passato, Corso Garibaòdi era ben differente da come oggi siamo abituati a conoscerlo. Difatti, era un umile sobborgo extramurale, perlopiù animato dalla attività di commercianti e artigiani. La Porta Comasina medievale era ubicata all’estremità sud della via, all’angolo con via Tivoli e via Pontaccio. La successiva cinta muraria spagnola, eretta nell’odierna piazza XXV Aprile, fu demolita in età napoleonica, a inizio XIX secolo. 

Tale decisione dipese dalla necessità di ottemperare al progetto di una nuova funzione ornamentale e (soprattutto) daziaria delle porte avviata sotto Francesco Melzi d’Eril. Nel 1826 gli austriaci affidarono la realizzazione della nuova Porta Comasina, sempre nell’attuale piazza XXV Aprile, all’architetto neoclassico Giacomo Moraglia. Il risultato ripagò appieno le aspettative: un arco tardo-neoclassico maestoso, dapprima dedicato a Francesco I d’Austria ed in seguito a Giuseppe Garibaldi. Nel 1891, durante alcune opere di scavo, furono riportati alla luce i resti del ponte ‘rustico’, abbattuto nel Cinquecento. 

Mentre nel 1848 si scatenarono le sommosse, gli austriaci provocarono danni gravi alla via. Nel 1860, in piena Unità d’Italia, a Giuseppe Garibaldi venne intitolata sia la porta sia la strada. Ciò fu motivato sia dal tipico patriottismo popolare di tale area sia perché la strada era in direzione Como, dove Garibaldi si era aggiudicato importanti battaglie. Leggenda vuole che lo stesso Garibaldi abbia compiuto da qui il suo ingresso a Milano

Corso Garibaldi: smantellamento scongiurato dalle proteste degli abitanti

I piani di ricostruzione (1948/49) e regolazione generale (1953) prevedevano la completa demolizione degli edifici di Corso Garibaldi; andavano sostituiti con una serie di fabbricati, terziari e residenziali, a portico e in posizione più arretrata. Allargata fino ad un’ampiezza di 25 metri, la strada avrebbe assunto il ruolo di collegamento principale fra il nuovo centro direzionale e il centro storico. 

I lavori per il prolungamento della linea 2 della metropolitana avrebbero dovuto dare il là, nel 1972, alla demolizione degli stabili superstiti. Ma l’operazione fu ostacolata dalle continue proteste degli abitanti, che si videro ascoltati. Il progetto subì delle modifiche, così da preservare i vecchi edifici e includerne alcuni in un piano di edilizia economica e popolare per il restauro.

Luoghi di interesse: la Chiesa di Santa Maria Incoronata

Così come il quartiere circostante, la stessa via presenta un aspetto popolare. Nonostante l’assenza di palazzi prestigiosi vanno comunque segnalati dei rinomati luoghi di interesse, di carattere religioso e non. Ad esempio, la Chiesa Santa Maria Incoronata, un caso particolare di “chiesa doppia”. Guardando dal sagrato quella di destra, intitolata a Santa Maria di Garegnano, è la più antica, esistente già in età comunale, fondata dai padri eremitani di San Marco. 

Chiesa Santa Maria Incoronata
Chiesa Santa Maria Incoronata

Nei primi anni del XV secolo un convento per i padri agostiniani fu costruito accanto alla chiesa, restaurata in stile tardo gotico, tipico dell’epoca. Poiché i lavori terminarono in occasione dell’incoronazione di Francesco Sforza a Duca di Milano, la intitolarono al nuovo signore della città. Nel 1460 fu eretta sul lato sinistro una seconda chiesa, per volere della signora di Cremona Bianca Maria Visconti, sua moglie. Totalmente identica e collegata ad essa in modo da formare un unico luogo di fede, suggellava pubblicamente la fedeltà di Bianca Mara al marito. Dedicata a San Nicola da Tolentino risultò una delle costruzioni più originali del periodo. Nei tormentati secoli successivi, l’Incoronata cambiò più volte destinazione: da magazzino a lazzaretto, quindi caserma e pure carcere, scuola agraria fino a tornare luogo di culto e chiesa parrocchiale.  

Basilica di San Simpliciano

Edificata nel IV secolo col nome di “virginum”, la poi Basilica di San Simpliciano è annoverata tra le quattro basiliche ambrosiane,  ossia fatte costruire da Sant’Ambrogio. Attorno alla basilica fu realizzato nel IV secolo un monastero benedettino, di cui sopravvive il chiostro grande. Nel 1176 la basilica divenne nota per la battaglia di Legnano; secondo la tradizione i tre martiri, sotto forma di colombe, si posero sul carroccio annunciando la vittoria. 

Teatro Fossati in zona Corso Garibaldi

Progettato dall’architetto Fermo Zuccari su commissione dell’imprenditore Carlo Fossati, esiste ancora il Teatro Fossati. La prima si tenne il 25 aprile 1859: il teatro divenne uno dei più attivi del panorama meneghino. Accolse ospiti di rilievo, tra cui, nel 1912, Franz Kafka. Affrontata una fase di continuo degrado, nel 1979 Giorgio Strehler lo confluì nel più ampio sistema teatrale costituito col Piccolo Teatro.