Gulag, l’ex parco Valsesia: risvegliare la coscienza sociale

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Fino al 2005 si chiamava Parco Valsesia, e ancora oggi molti lo chiamano così. Il Parco in memoria delle Vittime Italiane nei Gulag persegue però un nobile obiettivo: risvegliare la coscienza sociale e alimentare la memoria delle giovani comunità. Nella prima parte del Novecento i Gulag, campi di concentramento e di lavoro coatto per prigionieri politici nel regime sovietico, causarono infatti atroci sofferenze. 

Nel Municipio 7 di Milano, il giardino sorge nel quartiere Valsesia (da cui l’originario nome). Un percorso ciclopedonale lo collega al Parco Annarumma, sito oltre un km più a est, passando dal giardino AIDO. Le principali specie arboree sono: l’acacia di Costantinopoli, l’acero americano, l’acero argentato, l’acero campestre, l’acero di monte, l’acero riccio, l’albero di giuda, l’albero dei tulipani, il bagolaro, la betulla pendula, il carpino bianco, il cedro dell’Atlante, il cedro dell’Himalaya, il ciliegio da fiore, il faggio dei boschi, il frassino, il ginkgo, il liquidambar, il nocciolo, l’olmo, la paulonia, il pioppo bianco, il pioppo canadese, il pioppo cipressino, la quercia rossa, il salice, la sofora giapponese, lo spino di Giuda, il tiglio selvatico. 

 

Parco in memoria delle Vittime Italiane nei Gulag: forma ricercata 

Il disegno del parco si presenta come molto articolato e particolare, concepito affinché le attività sportive e ricreative non interferissero con le aree di riposo e sosta. Vi sono due “percorsi vita”, uno di 800 m e uno di 400 m; un’area gioco è riservata ai bambini più piccoli, mentre a quelli più grandi è rivolto uno spazio ludico. Sono compresi:

  • una pista per la pratica dello skating; 
  • un campo per la pallavolo e uno per il basket;
  •  uno spazio cintato per i cani di oltre 400mila metri quadri. 

Il Comitato per la Foresta dei Giusti ha avanzato all’amministrazione comunale di Milano la proposta di intitolare un parco cittadino alla memoria degli italiani perseguitati in URSS dal regime staliniano. Oltre ai numerosi antifascisti scappati dall’Italia, fu sterminato l’intero popolo di origine italiana residente in Crimea. È considerato un atto dovuto rendere omaggio a tali uomini dimenticati e conservare la memoria delle loro esemplari storie. A ricordo della tragedia è stata deposta una lapide, che recita così: 

Milano ricorda i mille italiani esuli, antifascisti, emigrati, nella speranza di trovare un mondo migliore, membri della comunità italiana in Crimea che furono perseguitati in Unione Sovietica, privati della libertà, deportati nei gulag o fucilati negli anni dello stalinismo”. 

 

Omaggio alle vittime italiane del gulag: l’evento organizzato nel 2005  a Palazzo Marino e in Sala Alessi

Il 24 gennaio 2003 venne dedicata una parte del Monte Stella ai “giusti” di ogni angolo del mondo, ovvero a quelle persone che trassero in salvo le vittime delle persecuzioni. Il 9 e il 10 novembre 2005 a Palazzo Marino e in Sala Alessi è stato organizzato l’evento inaugurale “Omaggio alle vittime italiane del gulag”, al quale hanno partecipato i parenti delle vittime, con interventi, ricordi e testimonianze. 

“Un gesto simbolico doveroso – ha detto il vicesindaco Riccardo De Corato – che ho fortemente voluto, insieme al Comitato per la Foresta mondiale dei giusti, perché Milano possa ricordare questa triste pagina della storia, spesso ingiustamente dimenticata. È il primo esempio in Italia di un’iniziativa del genere – ha sottolineato De Corato – per questo faccio un appello perché possa essere seguito anche da altre città”. 

Il presidente della Provincia, Filippo Penati, ha dichiarato: “Esprimo solidarietà verso coloro che stanno svolgendo con tenacia il lavoro di ricerca per ricostruire i particolari di una vicenda rimasta nascosta per decenni. Voglio anche testimoniare la mia vicinanza a coloro che furono vittime del terrore stalinista”.

 

Gulag: luogo di terrore e massacri

A conclusione del convegno “I Giusti del GULag” del dicembre 2003 alcuni parenti delle vittime italiano avevano espresso l’auspicio che Milano ricordasse questi connazionali. Durante il grande terrore staliniano più di mille finirono nei gulag o fucilati. La sorte tragica dei deportati nei 384 campi di lavoro è purtroppo ancora oggi una pagina spesso dimenticata. In quarant’anni (dal 1917 al 1956) sono passati nel sistema decine di milioni di persone, con percentuali di mortalità elevatissime.  

Tra i perseguitati pure parecchi stranieri, di cui rifugiati politici, prigionieri di guerra, profughi, interi gruppi emigrati da altri Paesi. Fuggiti da regimi totalitari, cercavano la realizzazione dei propri ideali nella nuova patria. Ma trovarono persecuzioni, torture morali e fisiche e condanne a morte. Con un atto di enorme forza d’animo, alcuni hanno saputo opporsi alle pressioni del regime a denunciare gli amici e i propri cari in cambio della salvezza. Anche se il prezzo da pagare fu estremo (la vita stessa), non rinunciarono alla dignità e la loro civile resistenza alla deriva morale della delazione ha contribuito alla lenta erosione del sistema sovietico.