Il quartiere Ripamonti Milano ed i suoi numerosi parchi

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Ripamonti MIlano e i suoi parchi
Ripamonti MIlano e i suoi parchi

Ripamonti: le aree ex OM (Officine Meccaniche) hanno una storia urbana piuttosto lunga alle spalle. Assunto questo nome nel 1899 da Miani Silvestri, produttore di materiali ferroviario, diventano in breve tempo la più grande industria di Milano con più di 4mila operai. Nel 1975, dall’accorpamento di 5 gruppi nasce IVECO, costruttrice di mezzi industriali del gruppo Fiat. Intorno alla metà degli anni 80 comincia il processo di smantellamento, mentre nel decennio successivo parte la riqualificazione che introduce nel capoluogo lombardo l’era dell’urbanistica negoziata. 

Fra le 21 proposte pervenute, la spunta Pompeo Leoni nel 1998. Le manovre di intervento più significative sono la costituzione del Parco della Cultura e delle Memorie Industriali della città e la rigenerazione della Roggia della Vettabbia, mediante un parco fluviale. Testimonianza delle storiche attività, le archeologie industriali si inseriscono nel Parco Ripamonti che lascia entrare, e dunque valorizza, le tessiture naturali e i caratteri del Parco Agricolo Sud Milano. 

 

Ripamonti e il parco della Cultura 

Direttamente relazionato con Viale Toscana e Parco Ravizza, il Parco della Cultura costituisce, grazie alla sua ubicazione, la zona maggiormente attrezzata. L’accesso avviene attraverso due piazze alterate caratterizzate da un gioco modulare di pavimentazioni. In corrispondenza, partendo dal terrazzo sito lungo viale Toscana, un collegamento centrale conduce direttamente alla zona dell’anfiteatro. 

Attorno alla grande superficie erbosa trovano spazio il frutteto, il giardino dei “Lilium”, il giardino del colore e un’area giochi bambini. Dal punto di vista degli impianti vegetali il piano prevede l’inserimento di alberi di albicocco, ciliegio e melo per i terrazzamenti del frutto. Le specie arbustive prescelte per il giardino del colore sono, tra le altre, azalee, rododendri e rose rifiorenti; le quali, grazie alle diverse stagioni di fioritura, consentono di conferire interesse percettivo al giardino stesso. 

 

Parco delle Memorie Industriali

Tra l’insediamento urbano di nuova realizzazione e la linea ferroviaria sorge il Parco delle Memorie Industriali. L’accesso avviene attraverso dei passaggi al di sotto della linea ferroviaria e da due piazze alberate. La fruibilità nella zona si attesta nel “giardino delle memorie industriali” e nel “grande prato del loisir”, elemento rappresentativo dell’attività produttiva dismessa. 

La configurazione paesaggistica è mirata a delineare un particolare scenario costituito da alberi di specie autoctona. Gli esemplari dell’associazione del querco-carpineto, disposti o in gruppi isolati o in filari richiamano la linearità della pilastrata del carroponte. Idealmente collegano il Settore Nord ed il Settore Sud dei pioppi neri che, al contempo, contribuiscono a formare angoli dedicati al relax. 

 

Parco della Vettabbia in zona Ripamonti

Lungo l’asse Ovest-Est che connette Via C. Bazzi con Via Ripamonti, fasce a verde sono collocate lungo il tracciato stradale. Riguardo alle alberature stradali il progetto contempla l’inserimento di varie specie arboree, dirette a strutturare l’intera rete viabilistica e a rendere riconoscibili i singoli luoghi.

Lungo la Strada Parco, nelle aree incluse tra le proprietà fondiarie e la pista ciclopedonale, le ampie fasce arbustive di tipo ornamentale contribuiscono a conferire l’immagine di un “quartiere nel giardino”. A tal proposito le decisioni intraprese mirano a offrire un notevole colpo d’occhio in ogni stagione. L’assetto finale definisce zone per il gioco e lo sport all’aperto. Nell’ambito del Parco della Vettabbia sono riconoscibili la “fascia igrofila” e il “grande prato delle querce”. L’inserimento di aree di sosta con pavimentazione in legno danno forma a terrazze sull’acqua.  

 

Area di Via Pietrasanta

Via Pietrasanta si configura perlopiù come zona a servizio del parco, essendo dotata di parcheggio pubblico. In riferimento ai pedoni il piano implica l’inserimento di una siepe arbustiva sempreverde che mascheri le aree di sosta e, soprattutto, definisca il confine tra le diverse tipologie di fruibilità. 

 

Giovanni Sala, sindaco di Milano, ha illustrato il progetto:

“La rigenerazione dei suoli nel recupero delle aree industriali dismesse, caratterizzate dalla presenza di enormi quantitativi di inerti, costituisce una scommessa ecologica nonché una sfida molto impegnativa. Ricostituire la fertilità dei suoli con un materiale di recupero come il compost, prodotto con gli scarti organici della città, ha consentito di risparmiare migliaia di metri cubi di terreno di coltivo che avrebbe dovuto essere prelevato dai territori circostanti. Si è andato dunque a consolidare una nuova prassi di ricostruzione di un substrato adeguato ad accogliere i prati, gli alberi, gli arbusti che oggi costituiscono l’ossatura del Parco Pompeo Leoni e del Parco Rubattino.

La riapertura di un chilometro di Roggia Vettabia ha riavviato i meccanismi di ossigenazione e fitodepurazione delle acque creando un nuovo e vitale legame tra un’area “invisibile” e la Natura del Parco Agricolo Sud Milano. Anticipando il messaggio della Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze 2000) dove tutto il territorio è paesaggio, inclusi “i paesaggi della vita quotidiana e degradati”.