Milano: l’Arengario e il Museo del Novecento

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Museo del Novecento

Nel cuore di Milano insieme a Piazza Duomo, si trova anche l’Arengario in cui sorge il Museo del Novecento.

Questo complesso è stato eretto nel 1939 e a partire dal 1942, architetti come Piero Portaluppi, Giovanni Muzio, Pier Giulio Magistretti, Enrico Agostino Griffini hanno dato vita a questa struttura davvero invidiabile. Nello stabile, è stato installato il Museo del Novecento che ospita opere del ventesimo secolo che vanno dall’arte povera e dal Futurismo.

L’apertura del Museo del Novecento e le sue opere

Nel 2010 è stato l’anno in cui è stato allestito questo particolare Museo dove si trovano le opere del Museo Civico di Arte contemporanea che prima si trovano esposte al Palazzo Reale, sempre al centro di Milano. Tutte queste opere vengono suddivise tra il Gam e il Museo permanente. Il Gam è la Galleria d’arte moderna che si trova proprio vicino alla Villa Reale a Milano. Questa galleria ha soprattutto, le opere dell’800. D’altro canto, invece, il museo invece ha questa esposizione permanente in cui si trovano soprattutto le correnti artistiche del ventesimo secolo. In questo grande spazio dopo soprattutto la donazione della collezione Junker del 1920, vi è una presenza straniera che ha una valida rappresentanza all’interno di questa struttura. Il Museo del Novecento è aperto al pubblico dal lunedì alla domenica fino alle 19:30, tranne il giovedì che è aperto fino alle 22:30, così come il sabato. Il prezzo è di 10 euro mentre il ridotto di è di 8 euro.

La bellezza e la trasformazione del Palazzo dell’Arengario

Una cosa molto importante è che questo museo riesce a avere ancora uno spazio molto più particolare, grazie alla struttura stessa in cui si trova, ovvero l’Arengario. L’Arengario ha subito notevoli trasformazioni soprattutto, l’ultima nel 2009 prima di diventare appunto, il Museo del Novecento. Questa struttura vuole rappresentare una sorta di Futurismo ed è per questo anche che il 19 dicembre del 2007 nella sua facciata fu installata uno schermo a led di 487 metri quadri e chiamato “Milano in alto”, proprio nella fase in cui facevano i lavori.