Palazzo Beltrami Milano, nei pressi della Scala sede comunale

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Palazzo Beltrami Milano
Palazzo Beltrami Milano

Palazzo Beltrami è un palazzo storico sito in piazza della Scala a Milano e sede della ragioneria comunale. Tra la fine degli Anni 50 ed i primi mesi del 1960, le Assicurazioni Generali promossero un complesso di interventi sulle proprietà nella centrale area del Cordusio; il piano allo studio prevedeva la conservazione dell’edificio, affacciato sulla piazza e al vertice dell’isolato. 

Per riuscirci l’ex casa Guenzati venne demolita. Una grossa decisione essendo la struttura, contigua al palazzo, affacciata su via Mercanti. L’ufficio tecnico elaborò un progetto e, infine, stabilì la sistemazione di palazzo Panigarola. I proprietari affidarono all’architetto Antonio Ritossa il compito di individuare un valido professionista. Il candidato messo a lavoro si sarebbe occupato di seguire gli interventi allo studio. 

 

Cassi Ramelli: lo mandava Donini

Effettuato un accurato processo di valutazione, la scelta cadde su Cassi Ramelli; il profilo ritenuto ideale, anche su indicazione di Cesare Donini. L’opinione di quest’ultimo era tenuta in alta considerazione, visti i precedenti eccellenti, progettista e direttore dei lavori in occasione delle modifiche attuate sui fabbricati della proprietà in via Bandello e corso Magenta. In particolare, sul collega Donini disse di nutrire “oltre a una sincera e cordiale amicizia, una illimitata stima come uomo e come artista”.

Parole talmente positive da condurre alla chiamata di Cassi Ramelli, a cui venne affidato il compito di predisporre il progetto complessivo. In definitiva, un programma addirittura avanguardista, infatti le scelte architettoniche e le soluzioni tecnologiche avevano natura innovativa. Esse riflettevano pienamente l’immagine funzionale e dinamica dell’azienda. Nello specifico, l’architetto fu insignito della carica di direttore tecnico e artistico per la sistemazione della galleria da aprire tra piazza dei Mercanti e via Orefici; la copertura del cortile al centro del palazzo Beltrami (oltre al restauro e all’adeguamento funzionale di ogni ambiente); e la costruzione dell’edificio che avrebbe preso il posto della casa ex Guenzati. 

 

Demolita l’ex casa Guenzati

Tutti i disegni elaborati alla realizzazione delle opere sono rapportati con gli uffici preposti all’attività edilizia. Eppure, qualcosa rimase fuori, vale a dire: i contratti d’appalto, le stime economico-finanziarie, le liquidazioni e i collaudi. Questa area di responsabilità competeva al dipartimento tecnico dell’impresa. 

Nel marzo 1861 la Soprintendenza espresse opinione favorevole circa il progetto di “restauro edilizio” di Palazzo Beltrami. Altresì la commissione acconsentì alla demolizione della ex casa Guenzati; una condizione imprescindibile per la messa in atto del piano di Assicurazioni Generali. Consapevole della delicata e complessa situazione nella quale operava, ma anche degli importanti risvolti che avrebbero coinvolto l’area, i proprietari dettarono precisi vincoli contrattuali con gli esecutori delle opere. 

 

Via libera ai lavori

Nell’eventualità di ritrovamenti archeologici o di “altri oggetti che potessero comunque interessare le Autorità competenti o la Soprintendenza ai Monumenti”, il contratto d’appalto delle opere prevedeva in una clausola la risoluzione – senza alcun diritto all’indennizzo – in caso di interruzione delle attività di cantiere e sospensione dell’iter esecutivo. 

In tempi brevi il piano di Cassi Ramelli trovò attuazione; il 28 marzo 1962 l’Autorità Municale diede via libera “per i lavori di restauro dello stabile via Mercanti 21 (piazza Cordusio 2 e via Orefici 26)”. Come ripetuto più volte, la demolizione della ex casa Guenzati è un prerequisito imprescindibile, volto alla realizzazione del nuovo edificio a cinque piani su via Mercanti; in parte destinato ad innestarsi nelle murature del “fabbricato Beltrami”, mediante idonee strutture in cemento armato.  

 

Finitura ricercata

Eretto dall’Impresa Perrucconi, il palazzo era posto in continuità con Palazzo Beltrami sulla via Mercanti ed in comunicazione, sul fronte opposto, con via Orefici attraverso la galleria suggerita a fini prettamente commerciali. Alla struttura portante in cemento armato, fondata su una griglia di pilastri, si affiancarono le murature perimetrali in mattoni forati e pieni; allineate, formavano una camera d’area di larghezza variabile. Un fitto ordine di finestre a sviluppo verticale apriva le facciate, particolarmente incassate e contrassegnate da un voltino superiore. 

In merito ai materiali di finitura, l’architetto trasse beneficio dalla vasta conoscenza maturata circa quelli lapidei; propose l’impiego del botticino, del granito di Montorfano, del ceppo gentile di Poltragno, dello zandobbio rosa Aurora e, nei piani intermedi, del ceppo semplicemente levigato. Verso il Palazzo della Ragione, all’ultimo piano della facciata, è collocata la scultura raffigurante il leone di San Marco, emblema della compagnia assicurativa. Eseguito dall’artista Leone Lodi il modello in gesso, la realizzazione avvenne in pietra artificiale, ad imitazione del travertino. 

 

Palazzo Beltrami: interni interamente ridistribuiti 

Oltre alle manovre sopra richiamate, Palazzo Beltrami subì l’intera ridistribuzione degli ambienti interni, anche con parziali demolizioni, e l’adeguamento tecnologico. Le iniziative sullo storico palazzo di piazza Cordusio si tradussero in coraggiosi provvedimenti architettonici, decisive nell’esito del programma edilizio. Tra questi, l’abbattimento della terrazza all’estremità del fabbricato verso via Orefici e della copertura a falda. 

Le considerevoli abilità e competenze maturate da Cassi Ramelli fu alla base della estensione del suo incarico. Difatti, seppur in maniera parziale, si occupò peraltro della definizione degli arredi e delle componenti accessorie ai lavori di finitura, come i corpi illuminanti. Per tutte le informazioni sulle visite si invita a consultare il sito www.gallerieditalia.com.