Via Dante Milano: tra castello Sforzesco fino a largo Cairoli

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via Dante Milano
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Delimitata da alcuni dei più bei palazzi ammirabili a Milano, Via Dante, l’arteria che collega il Duomo (da Piazza Cordusio) al Castello Sforzesco (fino a largo Cairoli), è un’importante strada commerciale, parte del cuore urbano. 

L’apertura risale al 1888, in occasione degli sventramenti effettuati al Cordusio e in Piazza Duomo che ridisegnarono il centro cittadino. In questo scenario Via Dante si conferiva come collegamento viario con il Castello. L’opera fu realizzata secondo le indicazioni impartite nel 1884 dal Piano Beruto, che a propria volta aveva tratto ispirazione dai precedenti piani di epoca napoleonica. 

La visione di Via Dante

Le società fondiarie, gli speculatori e i privati coltivavano precise ambizioni. Nella loro visione Via Dante, realizzato agli inizi del XIX secolo, sarebbe costituito l’ideale prolungamento nel centro della zona del Sempione. Sarebbe passato sopra il Castello, il cui abbattimento fu scongiurato da Luca Beltrami. In seguito ai massicci rifacimenti del Castello disposti dal Beltrami, la strada venne chiusa nel 1905, prospetticamente dalla Torre del Filarete. Eretta in memoria del re Umberto I di Savoia, la costruzione aveva richiesto un’opera di rifacimento, poiché crollata diversi secoli prima a seguito di un’esplosione.  

L’inaugurazione della strada terminò nel 1891 con l’edificazione di 19 lotti distribuiti fra il Foro Bonaparte (oggi Largo Cairoli) e la Piazza Ellittica (oggi Cordusio); attinti da terreni che appartenevano alla Cassa di Sovvenzioni. Le costruzioni furono assoggettate dall’amministrazione comunale a un regolamento speciale in deroga alla normativa generale dal capoluogo lombardo. Il testo legislativo stabiliva l’altezza degli edifici in 23 metri dal piano del marciapiede. 

Il piano speculativo della Cassa di Integrazione

Ogni corte interna aveva il diritto di disporre di una superficie di almeno 70 metri quadrati e venivano dettate precise istruzioni sugli scarichi delle latrine, i quali dovevano facilmente coordinarsi con le fognature. L’intera opera della nuova arteria non corrispose però completamente con le aspirazioni generali del progetto originario. E, soprattutto nella distruzione dei lotti, fu notevolmente influenzata in molti modi, dall’esclusivo tornaconto della Cassa di Integrazione; che realizzò pertanto un vasto piano speculativo. 

Il 29 marzo 1888 il Comune stanziò tre premi monetari ai proprietari fra le abitazioni che sarebbero dovute sorgere sulla nuova Piazza Ellittica e Via Dante. I tre premi sarebbero stato riconosciuti ai fabbricati che “per la bellezza architettonica, pel decoro della costruzione, per la razionale corrispondenza delle parti esterne colle interne saranno indicate da uno speciale Giurì”. Firmato dal sindaco Gaetano Negri, l’avviso di concorso venne pubblicato il 27 maggio 1889, puntualizzando che sarebbero state prese in esame le case completamente costruite entro il 29 settembre 1891. Le domande di adesione al concorso ammesse furono 14. 

Gli edifici partecipanti

Gli edifici partecipanti, visitati fra marzo e maggio 1892 dalla Commissione esaminatrice, furono i seguenti (rif. Wikipedia):

  • al lotto 1, architetti Francesco Bellorini e Ippolito De Strani, committente Società La Fondiaria Assicurazioni;
  • al lotto 2, architetto Francesco Bellorini, committente signor Savonelli;
  • al lotto 3, architetto Luigi Franchi, committente signor Castini;
  • al lotto 4, casa non iscritta al concorso;
  • al lotto 5, architetto Luigi Broggi, committente Società Italia;
  • al lotto 6, architetto Antonio Comini, committente signor Cavalli;
  • al lotto 7, architetto Antonio Comini, committente signor Celesia;
  • al lotto 8, casa non iscritta al concorso;
  • al lotto 9, architetto Carlo Formenti, committente Cassa di Sovvenzioni ai costruttori;
  • al lotto 10, casa non iscritta al concorso;
  • al lotto 11, casa non iscritta al concorso;
  • al lotto 12, architetto Romeo Bottelli, committente egli stesso;
  • al lotto 13, architetto Ernesto Pirovano, committente egli stesso; vincitrice del primo premio di 25 000 lire;
  • al lotto 14, architetto Romeo Bottelli, committente Cassa di Sovvenzioni ai costruttori;
  • al lotto 15, architetto Antonio Citterio, committente Cassa di Sovvenzioni ai costruttori; vincitrice del secondo premio di 15 000 lire;
  • al lotto 16, architetti Tagliaferri, Casati e Magni, committente Cassa Sovvenzioni; vincitrice del terzo premio di 10 000 lire;
  • al lotto 17, ancora architetti Tagliaferri, Casati e Magni, committente Cassa di Sovvenzioni ai costruttori;
  • al lotto 18, casa non iscritta al concorso;
  • al lotto 19, ancora architetti Tagliaferri, Casati e Magni, committenti Casati e Magni.

Storicamente Via Dante era percorsa da diverse linee tranviarie, interamente deviate nel 1958 a seguito dell’avvio dei cantieri per la realizzazione della linea 1 della metropolitana. La strada venne bloccata a causa degli scavi e riaperta al traffico il 12 gennaio 1960. 

Via Dante: caratteristiche 

Via Dante è una delle principale strade commerciali di Milano, abbellita dal caratteristico arredo urbano e dalla pedonalizzazione totale avvenuta nel 1996. Fra gli ottocenteschi palazzi che creano una cornice piacevole spicca l’originale sede del Piccolo Teatro, all’angolo con via Rovello.