Piazza Fontana Milano: storia, l’evento tragico, la fontana

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Piazza Fontana Milano
Piazza Fontana Milano

Ci sono eventi che purtroppo segnano per sempre luoghi ed epoche. Su Piazza Fontana rimarrà impresso in eterno la tragedia del 12 dicembre 1969. Ribattezzata “la strage di Piazza Fontana”, quanto accadde allora non deve oscurare il fascino di una zona significativa pure a livello architettonico. Sorge qui infatti l’edificio dell’arcivescovado della diocesi ambrosiana. 

Un’opera di primaria grandezza, realizzata, con materiali di notevole pregio, da veri e propri maestri nell’arte dell’architettura. E come dimenticare poi la fontana collocata al centro. Insomma, i visitatori e turisti dovrebbero assolutamente ammirare le attrazioni che la zona ha da offrire. 

 

Piazza Fontana: appellativo da provvisorio a definitivo

La piazza nacque di fatto verso la fine del XVIII secolo, con la riorganizzazione diretta da Giuseppe Piermarini, il quale ricavò degli spazi antistanti l’arcivescovado e costruì una semplice fontana al centro. L’appellativo Fontana venne conferito inizialmente a titolo provvisorio, con l’intento di modificarlo in futuro. Cosa poi, ovviamente, non avvenuta, visto che ancora oggi la conosciamo così. Tuttavia, c’è stato un frangente in cui davvero aveva cambiato nome. Si parla di secoli fa, in occasione dell’annessione del Veneto al Regno Italico nel 1807. Allora la scelta ricadde su Piazza del Tagliamento, tuttavia, in seguito alla conclusione del Regno, fu riconferita la denominazione precedente. 

In un primo momento l’area era prevalentemente adibita ad ospitare il mercato ortofrutticolo (Verziere), successivamente trasferita in una non molto lontana, l’attuale via Verziere. Il rifacimento di Piazza Fontana ad opera del Piermarini comportò anche un rifacimento della facciata dell’arcivescovado, attraverso la creazione di ampie sagome di finestre, al fine di alleggerirne il massiccio aspetto. Delle strutture in origine presenti, è rimasto, dopo gli sventramenti e le distruzioni seguenti alla Seconda Guerra Mondiale, unicamente l’edificio dell’arcivescovado. Il palazzo del Capitano di Giustizia, originario del Cinquecento, che fa ora da quinta sul lato est, era un tempo diviso da un isolato di complessi, poi abbattuto. 

Palazzo Arcivescovile

Benché dal XII secolo una sede arcivescovile esistesse già, il palazzo attuale risale all’intervento di Carlo Borromeo nel XVI, che volendosi trasferire in pianta stabile, ne ordinò una ristrutturazione completa. In linea alla tradizione, i lavori furono delegati a Pellegrino Tibaldi, che li intraprese a partire dal 1565. Della versione antecedente rimangono fregi in terracotta e tracce di finestre nel portico di ingresso, sulla facciata laterale in Piazza Duomo e su quella posteriore su Via delle Ore. 

I meriti di una facciata tanto elegante e incantevole vanno riconosciuti a Giuseppe Piermarini, che se ne occupò nel 1784. L’elemento di maggiore richiamo è il portale manierista del Tibaldi. All’interno, caratterizzato dal doppio ordine di archi a tutto sesto in bugnato, spicca il Cortile della Canonica, esempio dello stile austero dettato dalla controriforma. Storicamente appartenuto al Sestiere di Porta Romana, è la residenza ufficiale dell’arcivescovo del capoluogo lombardo. 

Fontana del Piermarini

Commissionata da Carlo Giuseppe di Firmian (figura di riferimento di Maria Teresa d’Austria) sempre al Piermarini, l’omonima fontana venne inaugurato il 15 agosto 1782. La realizzazione, in granito rosa di Baveno, richiese 13 anni di lavori ed entro allora non fu ancora terminata, sicché mancavano le sirene in marmo. Incisero in misura rilevante le complicazioni tecniche riscontrate durante il processo di formazione; inoltre, a causa della insufficiente pendenza fra i due punti, si ravvisavano delle difficoltà nel fare arrivare l’acqua dal fiume Seveso.

Il capo progetto risolse la situazione abbassando la fontana rispetto al livello della piazza e collocando, presso Via delle Ore, una pompa dell’acqua. Ampia 20 metri quadrati, è composta da tre vasche sovrapposte di differenti dimensioni. Da quella posizionata nella parte superiore l’acqua, gocciolando, scende nella vasca intermedia, sotto la quale sono ammirabili i delfini con a cavallo le due sirene. Una volta scesa nella vasca principale inferiore, attraverso questa, sgorga mediante quattro bocche in altrettante vaschette a terra. 

Le due statue in marmo dell’abile scultore Giuseppe Franchi, soprannominate Teodolinde, non erano ancora pronte all’inaugurazione e vennero integrate solo in un secondo momento. 

La strage di Piazza Fontana

In un lato di Piazza Fontana sorge la Banca Nazionale dell’Agricoltura, dove, il 12 dicembre 1969, avvenne la famigerata strage, conseguenza di un grave attentato terroristico. Considerato il “primo e più dirompente atto terroristico dal dopoguerra”, è da alcuni ritenuto l’inizio del periodo passato alla storia italiana come gli anni di piombo. Un ordigno esplosivo provocò 17 vittime e 88 feriti.