Palazzo Isimbardi o Palazzo della Provincia: origini, biblioteca, storia

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Palazzo Isimbardi Milano
Palazzo Isimbardi Milano

Palazzo Isimbardi, detto anche Palazzo della Provincia, è un immobile storico sito in corso Monforte 35 a Milano. Il nucleo originario è composto da una dimora di campagna eretta nel Quattrocento all’esterno delle mura cittadine, lungo una delle vie che portavano fino al contado, nel cosiddetto viridarium meneghino.

Il contado, lo ricordiamo, era il territorio rurale diffuso in quell’epoca sul quale una città dell’Europa medievale esercitava, almeno da un punto di vista teorico, il proprio controllo e la cui massima estensione corrispondeva solitamente con i confini della relativa circoscrizione ecclesiastica. 

La famiglia Pallavicino di Novara comprò la villa nel 1497, per poi rivenderla nel 1552 al conte Francesco Taverna, ambasciatore del casato degli Sforza prima, e uomo fidato del condottiero spagnolo Ferrante Gonzaga poi.

Un rimando al contributo apportato da Taverna caratterizza l’ampio cortile d’onore abbellito da decorazione ad affresco, purtroppo oggi solo in parte conservato. Risalgono a diversi secoli più avanti, precisamente al diciannovesimo, le aggiunte volte a crociera del porticato, adottate in sostituzione degli originali soffitti a cassettoni. 

 

cortile Palazzo Isimbardi
cortile Palazzo Isimbardi

 

 

Palazzo Isimbardi: le origini del nome

Morto senza eredi l’ultimo discendente della dinastia Taverno, nel corso del Settecento il complesso passò sotto la gestione di Gesualdo Lambertenghi, il quale vi apportò modifiche di notevole rilievo, in linea con il gusto allora imperante del barocchetto lombardo. Sulla strada si aprirono tre eleganti portali e un balcone, delle cornice in stucco furono applicate intorno alle finestre sul prospetto principale e a un solo piano vennero inserite due ali.  

Gli Isimbardi, nobile famiglia di origini pavesi di cui il palazzo detiene ancora oggi il nome, acquisirono e riadattarono l’edificio a partire dal 1775. Strette parentele d’alto rango nella società aristocratica locale e un ingente patrimonio consentono ad Alessandro di acquisire il complesso, divenuto poi sede della Provincia di Milano.

La famiglia si estinse nei primi anni del XX secolo con la morte del marchese Luigi, il quale, pur avendo preso in sposa Carolina Taverna, non ebbe eredi. Gran parte delle fortune accumulate, compresa la preziosa costruzione, vennero ceduto all’altrettanto ricco industriale Franco Tosi. E la distribuzione degli ambienti interna subì ancora dei rifacimenti di notevole spessore. 

Rinnovamento di Reggiori

Comprato Palazzo Isimbardi dalla Provincia negli anni Trenta per farne la propria sede, fu sottoposta ad un’importante opera di rinnovamento, affidata al valente Ferdinando Reggiori, uno degli architetti più richiesti in quell’epoca. Gli ultimi, significativi, atti della plurisecolare storia edilizia di Palazzo Isimbardi risalgono agli anni della Seconda Guerra Mondiale. Il primo, la costruzione nel 1940, seguito dall’architetto milanese Giovanni Muzio della palazzina verso via Vivaio; il secondo si riferisce all’opera di rifacimento e restauro dopo i danni provocati dai bombardamenti angloamericani nell’agosto del 1943, eseguiti, su progetto dell’Arch. Reggiori, negli anni Cinquanta. 

Oggi, verso corso Monforte, Palazzo Isimbardi presenta una lunga facciata articolata su due livelli, tra i quali si colloca un piano intermedio, rivisitato in plurime occasioni fino alla configurazione attuale, stabilita verso la fine del XIX secolo. Le finestre dei tre piani sono sovrapposte: due rettangolari di dimensioni maggiori, e una piccola al mezzanino, sono collegati in verticale da cornici in stucco. 

Allestimento “all’italiana”

L’imponente portale centrale, l’unico conservato degli interventi del Settecento, introduce al cortile porticato del XV secolo, scandito da archi su colonne al pianterreno. Inizialmente esteso fino agli orti dei Cappuccini di Porta Orientale e allestito “all’italiana”, il fabbricato, che si apre su un giardino, ha subito l’intervento di rimodellamento nell’Ottocento secondo lo stile romantico. 

Il prospetto affacciato fu rivisto dall’architetto Giacomo Tazzini, allievo del Canova, in gusto romantico. Coerente con lo stile funzionalista, Giovanni Muzio ha ampliato l’attuale sede della Provincia di Milano.

All’interno del complesso sono presenti testimonianze della secolare storia e dei suoi proprietari: dipinti, affreschi, oggetti e opere d’arte, e una collezione di orologi di notevole valore. Spiccano la Sala del Consiglio con il grande telero con l’Apoteosi di Angelo della Vecchia di Tiepolo e la Sala degli Affreschi, con opere del Morazzone. 

Palazzo Isimbardi: la biblioteca

Appartengono alla fine del Settecento, quando la famiglia acquistò il palazzo, le prime testimonianze di Biblioteca Isimbardi, istituita nel 1921 e aperta al pubblico verso la fine degli Anni Ottanta. Centro di studi e raccolte scientifiche, accoglie le raccolte legislative della cessata Biblioteca Vicereale della Biblioteca gentilizia dei Marchesi Isimbardi. Inoltre, vi sono pubblicazioni di carattere giuridico-istituzionale e l’Archivio storico degli Atti della Provincia.

Per ammirare Palazzo Isimbardi è necessario prenotare rivolgendosi a Infomilano/Sportello Informazioni e Accoglienza Turistica. Il sito di riferimento è quello istituzionale della Città Metropolitana di Milano: www.cittametropolitana.mi.it/portale/conosci_la_citta_metropolitana/palazzo_isimbardi/ 

Riguardo al servizio di trasporto pubblico, la fermata della metro più vicina è San Babila, raggiungibile con la linea M1 (rossa); in alternativa, consultare www.atm.it per calcolare il percorso.