Palazzo Borromeo d’Adda, caposaldo di un’innovativa tecnologia costruttiva

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Palazzo Borromeo d'Adda sito a Milano
Palazzo Borromeo d'Adda sito a Milano

Palazzo Borromeo d’Adda, complesso settecentesco di Milano storicamente appartenuto al Sestiere di Porta Nuova e situato in via Manzoni n. 39 – 41, è caposaldo di un’innovativa metodologia costruttiva.

Punto di richiamo della parte storica, ricerca un dialogo con il manufatto antico, anticipando parecchi temi classici dell’architettura residenziale milanese degli anni Cinquanta. 

Le origini

Di origine Settecentesche ma interamente riformato dall’Arch. Gerolamo Arganini tra il 1820 e il 1825, aveva uno dei più prestigiosi giardini privati della città. Inizialmente era un tutt’uno con il giardino Perego, a cui si entrava dal palazzo omonimo di via Borgonuovo. Poi l’inaugurazione di via dei Giardini, che evoca già dal toponimo la quantità di aree verdi ivi presenti. Pur notevolmente ridotta, la verde superficie risulta comunque considerevole in rapporto alla posizione, nel cuore di Milano

Questa opera consta in due parti separate ma unitarie nel progetto globale: la realizzazione di un nuovo condominio di otto piani direttamente collegato con il nucleo principale e il recupero dell’ala del Cortile d’Onore verso il giardino.

Mentre nel ripristino dell’immagine Ottocentesca del portico, con la sostituzione delle parti distrutte, il proposito è di rispettare le forme e i materiali originali.

Nel lato verso il giardino, il corpo di fabbrica viene ampliato e totalmente ricostruito con la creazione di due volumi simmetrici contraddistinti dall’esibizione della griglia strutturale interamente rivestita in lastre di ceppo. 

Il triportico centrale del Palazzo Borromeo d’Adda

Come un frammento del palazzo storico, i due volumi racchiudono tra loro il triportico centrale, disposto in asse con il monumentale ingresso su via Manzoni.

La formazione dei prospetti, con una regolare sequenza di aperture che si inserisce in una serie di sfondati intonacati, è senz’altro un rimando ai più illustri esempi del razionalismo italiano.

Eppure, il ricorso a proporzioni più vicine a quelle della tradizionale locale e l’integrazione con brani di architettura storica testimoniano una spiccata sensibilità, frutto di un’evoluzione in confronto all’ortodossia del moderno e propedeutico a una singolare “via milanese” negli interventi all’interno del tessuto centrale urbano; in tal viene adottato il passo delle campate del triportico per stabilire la misura del reticolo strutturale di facciate, considerando la preesistenza come parte essenziale ed integrante del progetto. 

L’appartamento del conte Carlo Borromeo

Al primo piano dell’ala, vengono ricavati nel volume nord-ovest l’appartamento del proprietario, conte Carlo Borromeo, e in quello a nord-est locali a uso ufficio. L’accesso avviene mediante lo scalone d’onore dal quale si entra in una prima galleria che porta dritto a uno sfarzoso atrio circolare.

Da qui si raggiunge il salotto e una seconda galleria che conduce alle camere da letto che “guardano” sul giardino interno. Il salone e la zona pranzo sono ricavate sopra il triportico, nel triportico compreso tra il giardino e il cortile d’onore. Il pianterreno accoglie altri uffici, mentre il terzo e il piano sono destinati ad appartamenti signorili di cinque o sei locali. 

Gli appartamenti per una committenza alto borghese

Nella zona nord-est del giardino Borromeo, il nuovo condominio di otto piani è destinato ad appartamenti per una committenza alto borghese ed è associato da una fascia piccola su quattro livelli al corpo più basso (il portico d’ingresso a piano terra e una terrazza al quarto piano).

Della struttura, con un appartamento per piano, si denota il linguaggio architettonico applicato nel disegno dei fronti, la presenza di una grande pensilina a coronamento del volume e la serie di terrazzi verticale con i soggiorni affacciati sul giardino interno. 

La ripartizione dei locali, sebbene personalizzata in base a quelli che sono i vari piani, segue un preciso filo logico: verso il giardino sono rivolte tutte le zone giorno, mentre verso il cortile si attestano gli studi e le camere; su un ampio cavedio realizzato in aderenza all’immobile presente sul lato nord-est si aprono invece i locali di servizio, i bagni e il vano scala.

Il Ministero della Pubblica Istruzione ha dichiarato il giardino di notevole interesse pubblico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Palazzo Borromeo d’Adda è inserito nell’elenco dei 183 edifici monumentali bombardati protetti ai sensi della legge 1089 del 1939

L’eleganza degli interni del Palazzo Borromeo d’Adda

Gli interni sono caratterizzati da tocchi di massima eleganza: in molti casi l’architetto designato, Vito Latis, si occupò, oltre che del progetto architettonico, anche dell’arredamento degli appartamenti. La prima ricostruzione avviata da Latis, datata 6 maggio 1946, e approvata immediatamente dopo è documentata nelle tavole di progetto conservate ancora oggi. 

In esse è possibile notare l’estrema accuratezza con cui egli abbia effettuato lo studio delle altezze nelle sezioni sul cortile. Una linea ideale dimostra come il nuovo fabbricato costruito sul giardino non andasse scorto da chi si trovasse all’interno del Cortile d’Onore. Un segno di rispetto nei confronti del manufatto storico tradotto in un riuscito tentativo di dialogo con l’ambiente naturale nel fronte verso il giardino. Il cortile è spesso aperto in occasioni particolari come, ad esempio, nel corso della manifestazione “Cortili aperti”.