Villa Mirabello Milano: una rappresentazione di Villa quattrocentesca

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Villa Mirabello Milano
Villa Mirabello Milano

Villa Mirabello è una delle più fulgide rappresentazioni della villa-cascina suburbana tipicamente quattrocentesca. Originariamente sita in campagna aperta, fra gli abitanti di Niguarda e Greco, viene successivamente inglobata nell’area urbana a seguito dell’espansione edilizia. Da essa prende il nome la via e l’intero quartiere. Piuttosto sintomatico su quanta influenza abbia avuto nello sviluppo artistico della città. Ed ancora oggi è tra le strutture meglio conservate nell’area vicino al cuore di Milano insieme alla Cascina Bolla in zona San Siro e alla Bicocca degli Arcimboldi. 

 

Giovanni Mirabello

Come attestano alcuni documenti dei primi anni del XV secolo, la villa, già proprietà di Filippo Maria Visconti, viene acquistata dal nobile Giovanni Mirabello, che le dà il nome. Nel 1445 il complesso entra nelle proprietà del nobile fiorentino Pigello Portinari, a Milano per conto dei medici.

L’intento del banchiere è di creare in una località amena una via di mezzo tra una piccola villa di delizia e un casino di caccia. La presenza, comprovata, di Michelozzo nei cantieri lascia presupporre che abbia prestato quantomeno un contributo nella configurazione generale. Alla morte nel 1468 di Pigello Portinari, il fratello Azareto incarica il pittore Bartolomeo da Prati, un discepolo di Foppa, di monitorare l’avanzamento dei lavori. 

 

Storia della Villa Mirabello di Milano

Alla fine del Quattrocento la proprietà è registrata alla famiglia filo-sforzesca dei Landriani-Brivio, di cui in villa rimangono parecchi stemmi. Nello specifico doveva essere la residenza privata del frate Girolamo Landriani, che la possedeva pure ad uso della Congregazione degli Umiliati, di cui era Generale. Di qui, durante il suo breve ritorno a Milo in seguito all’interregno dei Trivulzio, passò di qui pure Ludovico il Moro, come dimostra una lettera inviata dal duca nel 1500 alla cognata Isabella d’Este. 

Dopo il passaggio ai Landriani-Brivio prima e poi a Giovanni Marino alla metà del XVI secolo, iniziò per l’edificio una fase di decadenza, interrotta solamente nei primi anni del Novecento attraverso una serie di restauri, anche di carattere stilistico. 

 

La struttura

Il complesso è strutturato secondo una disposizione ad L, con cornici in cotto incorniciate da fasce intonacate e grafite, finestre ogivali, mattoni a vista. Un triportico si apre sul piccolo cortile con loggiato al piano nobile con pilastri lignei ottagonali. Del nucleo originario rimane però esclusivamente il corpo a L su strada, anche se sottoposto alle modifiche dell’Annoni, soprattutto con il balcone sul fronte, il loggiato sulla corte interna e la scala. Una piccola chiesa dedicata alla “Mater Amabilis” fiancheggia la struttura, esteticamente valorizzata dalla raffigurazione di un santo che innalza la croce. 

Completa la corte l’ala dei rustici, che, come del resto il camminamento coperto, non sono componenti originali, un ponte fra le due diverse parti, atto pure a conferire al cortile interno un senso di compiuta chiusura.

Oltre si estende l’hortus; il tutto cinto da un robusto muro. Riguardo agli interni, una ampia sala conserva una fascia con emblemi dei Landriani e dei Brivio; inoltre, sono presenti decorazioni con fiori e melograni nonché un affresco nel sottotetto di stile cortese che ritrae un musico intento a suonare la dama ed una dama col tamburello. 

 

L’esterno della Villa

All’esterno è degna di nota la fontana collocata al centro del cortile, in cui è tratteggiato un drago. Considerato l’aspetto feroce del mostro, i vecchi milanesi lo battezzano rapidamente “mangia bagaj” (mangia bambini).

 

l'esterno di Villa Mirabello a Milano con la fontana
l’esterno di Villa Mirabello a Milano con la fontana

Si tratta di una copia del Beltrami, fatta alla fine dell’Ottocento, dell’originale visconteo, conservato a Bellinzona, e proveniente dal Castello di Vigevano. Dal 1916 Villa Mirabello è sede della Casa di lavoro patronato per i ciechi di guerra di Lombardia. Per accogliere le strutture dei ciechi di guerra l’architetto Annoni, vistosi affidare il compito di rivalorizzare l’ambiente, riesce a restituire, malgrado le ingombranti scelte di “stile”, Villa Mirabello nel suo aspetto originario e soprattutto sanando le superfetazioni, i mutilamenti e l’incuria del tempo.

Così modificato il complesso architettonico resta un’isola entro il suo vasto giardino, all’interno di quartiere residenziale, costituito da villette libertà e già tagliato da qualche grande vialone che impone l’espansione settentrionale della nuova Milano. 

 

La Fondazione Villa Mirabello

Attualmente l’edificio è proprietà della Fondazione Villa Mirabello Onlus, che continua a prestare un valido supporto per le problematiche connesse alla minorazione visiva, oltre ad essere sede di alcune attività artistiche e imprenditoriali, come lo studio Mirabello Architettura. La villa, visitabile su prenotazione, è comodamente raggiungibile in metro grazie alle linee M5 (viola), fermata Marche, o M3 (gialla), fermata Zara. Per maggiori informazioni si rimanda al sito www.fondazionevillamirabello.it.