AFFITTI BREVI E CODICE IDENTIFICATIVO | come funziona il CIN e cosa rischi; il controllo che non ti aspetti

AFFITTI BREVI E CODICE IDENTIFICATIVO | come funziona il CIN e cosa rischi; il controllo che non ti aspetti

Appartamento in affitto - Unitremilano

Dal 2025 scatta l’obbligo del CIN per gli affitti brevi: ogni immobile dovrà avere un codice identificativo nazionale. Ecco come ottenerlo e cosa rischi se non ce l’hai.

Il mondo degli affitti brevi cambia: con il nuovo decreto entrato in vigore dal gennaio 2025, ogni struttura o appartamento affittato per brevi periodi deve avere un CIN – Codice Identificativo Nazionale. Lo prevede la riforma approvata dal Ministero del Turismo per aumentare la trasparenza, combattere l’abusivismo e proteggere i consumatori.

Il codice sarà obbligatorio per tutte le strutture ricettive non alberghiere, comprese le case vacanza, gli appartamenti Airbnb e i B&B. Il CIN va esposto e inserito in ogni annuncio online o offline, pena sanzioni anche molto pesanti.

Come ottenere il CIN e quando inserirlo negli annunci

Per ottenere il Codice Identificativo Nazionale bisogna registrare l’immobile sul portale ufficiale predisposto dal Ministero del Turismo, autenticandosi con SPID o CIE. Dopo aver compilato i dati catastali e le informazioni sull’immobile, si riceve un codice univoco da utilizzare su tutte le piattaforme (Booking, Airbnb, portali privati o annunci cartacei).

Il codice deve essere visibile anche all’esterno della struttura, ad esempio sulla porta o sul citofono, come accade già in alcune Regioni. L’obbligo riguarda anche gli affitti occasionali: non importa quante notti o quante volte si affitta l’immobile, il CIN è sempre richiesto.

Appartamento
Appartamento in affitto – UnitreMilano

Sanzioni e controlli: cosa succede se non sei in regola

Chi pubblica un annuncio senza CIN rischia una sanzione che può arrivare fino a 5.000 euro per ogni alloggio. In caso di recidiva, il Comune può disporre la sospensione dell’attività. Le piattaforme online saranno obbligate a verificare la presenza del codice, pena la loro corresponsabilità amministrativa.

Il controllo più insidioso arriva dai cross-check tra catasto, dichiarazioni fiscali e piattaforme digitali: incrociando i dati, le autorità possono individuare immobili affittati in nero o gestiti senza requisiti igienico-sanitari e antincendio.

Attenzione anche agli obblighi di comunicazione alle Questure tramite il portale “Alloggiati Web” della Polizia di Stato. Il CIN non sostituisce questa comunicazione, ma la completa. Ogni ospite va comunque registrato e segnalato, pena sanzioni penali e civili.

Il codice CIN rappresenta una svolta per il settore extralberghiero: più trasparenza, ma anche più burocrazia. Chi affitta deve aggiornarsi e agire subito per evitare problemi e multe. Non basta avere l’immobile in regola: ora serve anche il codice ufficiale.