Palazzo di Giustizia Milano

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Palazzo di Giustizia Milano
Palazzo di Giustizia Milano

Il Palazzo di Giustizia Milano venne progettato dall’architetto più strettamente associato al fascismo, Marcello Piacentini. Esso fu il più grande edificio costruito a Milano nel periodo tra le due guerre. Piacentini intendeva che l’edificio, con il suo ampio programma decorativo, avrebbe affermato l’autorità dello stato a Milano, il centro commerciale e finanziario d’Italia e la culla del fascismo, e sarebbe servito da monumento permanente al sistema legale che strutturava lo stato fascista.

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La città di Milano

Milano è un colosso assoluto,  ha l’area metropolitana più popolata d’Italia con 1,3 milioni di persone e 3,2 milioni dell’hinterland che circonda il centro di Milano. Alcune forme di insediamento umano sono presenti nella regione di Milano da migliaia di anni e reperti archeologici risalgono addirittura al 222 a.C.

Infatti a un certo punto, Milano è stata la capitale dell’Impero Romano d’Occidente. In passato, durante il medioevo e ancora dopo, la città fiorì molto grazie alla sua ubicazione predominante nell’Italia continentale. Nonostante i danni subiti durante la seconda guerra mondiale, Milano ha riconquistato il proprio splendore e ha visto un enorme boom economico che spiega la sua grande crescita ed espansione.

Adesso la città regala al visitatore un misto perfetto di costruzioni storiche, grattacieli moderni e altissimi, il tutto unito a un pizzico di vita italiana. Milano è in particolar modo nota per la grande quantità di commercianti di alta moda e la bellissima cattedrale del Duomo.

interno del tribunale di Milano
interno del tribunale di Milano

Sostituì il tribunale di Piazza Beccaria

In questo grande contesto troviamo anche l’imponente e tanto discusso Palazzo di Giustizia, progettato da Marcello Piacentini, costruito tra il 1932 e il 1940 per sostituire il vecchio palazzo in Piazza Beccaria e per dare alla giustizia una sede unitaria e monumentale.

Piacentini rispose allora alle richieste del regime con un edificio isolato dagli sviluppi urbani circostanti, imponente e monumentale. La rappresentazione della giustizia fascista nel Palazzo di Giustizia di Marcello Piacentini, riporta un po´ la controversia che circonda il programma decorativo. Coinvolge i funzionari governativi ai più alti livelli e che rispecchia negli edifici una vera incertezza su come tradurre la politica fascista in un programma culturale.

L’uso continuato di questo edificio come scenario dei drammi legali della nazione solleva interrogativi su come e fino a che punto questi simboli continuano a incarnare la nozione di giustizia nella società e nella cultura italiana oggi.

1200 stanze e 65 aule di tribunale

Nel Palazzo, su trama trapezoidale sono presenti 1200 stanze e 65 aule di tribunale, distribuite su quattro piani attorno a un cortile d’onore e 12 mini cortili con simmetria assiale.

Le grandi finestre con infissi in bronzo e le pareti interamente in pietra della Val Masino, contraddistinguono la facciata esterna. Al suo interno ci sono le decorazioni in rilievo e gli affreschi di molti diversi artisti tra i contemporanei del designer (Sironi, Pini, Severini, Manzù, Carrà, Martini).

Palazzo di Giustizia Milano: custode di tesori

Su una superficie di circa 30.000 m² e con un maestoso volume che si innalza su una planimetria a forma di trapezio. Il Palazzo di Giustizia si dispiega su otto cortili di differente estensione.

L’accesso ai molteplici distretti è assicurato da sei scalinate e nove ascensori, a cui si uniscono complessi di scale secondarie. L´ospite deve essere accompagnato da piante e indicazioni, per giungere alla propria destinazione e non smarrirsi nell´enorme complesso.

In stile Novecento

Realizzato in Stile Novecento, il Palazzo rispecchia la filosofia della direzione artistica con cui è stato concepito mediante l’imperativo di un “ritorno all’ordine” e del tipico stile “sintetico”, presente in un pronao molto semplice.

Al suo interno troviamo diverse decorazioni ispirate alla tradizione artistica romana con mosaici, dipinti, altorilievi e sculture che, servivano a narrare le vicende della Giustizia, tra cui Carlo Carrà con la sua opera Giustiniano che ammira la giustizia, dipinto del 1938.

Nel suo ritratto, Carrà rappresenta una pittura fatta di alcune variabili e alcuni elementi costanti. Gli elementi variabili includono principi teorici e idee estetiche, mentre quelli costanti si riferiscono alla costruzione del dipinto stesso.

In realtà, come riporta lo stesso artista: “credo che non sia possibile esprimere sentimenti pittorici senza, soprattutto, prendere in considerazione questi elementi architettonici da cui dipendono tutti gli altri valori figurativi di forma e colore.

Oltre a questo, bisogna aggiungere il principio di spazialità, da non confondere con il prospettivismo; poiché il valore della spazialità non ha mai, per così dire, origini visive.”

Il dipinto Giustiniano

Esposto nel Palazzo di Giustizia Milano, si propone di ricostruire l’intera traiettoria artistica del maestro attraverso le sue opere più espressive.

Inclusi i suoi grandi capolavori che lo rendono un esponente di punta e pioniere del futurismo e della metafisica. Dipinti attribuibili ai suoi cosiddetti “valori plastici”, quindi, un approccio tematico perseguito attivamente per tutta la sua vita. Il dipinto mette in luce anche le sue grandi composizioni di figure.

Insomma, una visita al Palazzo di Giustizia permette quasi di toccare con mano un´epoca e una intera filosofia artistica e di vita.