Contributi colf e badanti 2025 | importi, buste e scadenze; il versamento che ti costa la multa

Contributi colf e badanti 2025 | importi, buste e scadenze; il versamento che ti costa la multa

Colf e badanti (unsplash) - Unitremilano

Colf al lavoro
Colf e badanti (unsplash) – Unitremilano

Anche nel 2025 chi assume colf, badanti o baby sitter deve versare i contributi all’INPS. Ecco gli importi aggiornati, le scadenze da non saltare e il pagamento che, se dimenticato, comporta una sanzione certa.

Chi assume lavoratori domestici è considerato datore di lavoro a tutti gli effetti e deve rispettare precise regole contributive. I contributi vanno versati ogni trimestre e comprendono le quote INPS (previdenziali) e INAIL (assicurative). Gli importi variano in base a ore lavorate, retribuzione oraria, vitto/alloggio e tipo di contratto.

Le tabelle contributive 2025 verranno aggiornate da INPS a inizio anno, ma restano suddivise in fasce basate sulla paga oraria lorda. I contributi sono dovuti anche se il rapporto è di poche ore settimanali e devono essere versati anche in caso di ferie o malattia, salvo sospensione formale del contratto.

Quando si versano i contributi e come funzionano le buste

Il pagamento dei contributi INPS per colf e badanti è trimestrale. Le scadenze nel 2025 sono:

– 10 aprile (per gennaio-febbraio-marzo)
– 10 luglio (per aprile-maggio-giugno)
– 10 ottobre (per luglio-agosto-settembre)
– 10 gennaio 2026 (per ottobre-novembre-dicembre)

Il pagamento può avvenire tramite MAV, online su MyINPS, da app o in tabaccheria convenzionata. È importante conservare copia del pagamento per eventuali controlli o contestazioni.

Inoltre, è obbligatorio fornire al lavoratore una busta paga mensile anche per il lavoro domestico, con indicazione di ore lavorate, ferie, TFR e contributi versati. Il datore di lavoro deve anche iscrivere il dipendente a INAIL e aggiornare eventuali variazioni di contratto o orario.

Donna anziana con badante
Contributo per colf e badanti (Pexels) – Unitremilano

Il versamento che, se salta, ti costa caro

Il mancato pagamento dei contributi INPS comporta l’obbligo di versare le somme dovute con sanzioni e interessi di mora. Se il datore di lavoro non versa quanto previsto, può essere segnalato per evasione contributiva e il lavoratore ha diritto a denunciare il mancato versamento.

Attenzione: anche il ritardo di pochi giorni può comportare l’impossibilità di dedurre fiscalmente le spese sostenute (es. per deduzioni nel modello 730). La regolarità contributiva è anche requisito per accedere a eventuali bonus o agevolazioni per assistenza familiare.

Per evitare errori, è consigliato consultare periodicamente la sezione “Lavoro domestico” su inps.it o rivolgersi a CAF e consulenti del lavoro. Un versamento in ritardo può costare molto più del dovuto.