Parco Don Giussani Milano: dallo scalo di bestiame a parco rinomato

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Don Giussani Milano
Don Giussani Milano

Ufficialmente si chiama Parco Don Giussani, ma ufficiosamente è per tutti Parco Solari. Ci sono nomi che rimangono in eterno, e qui ne abbiamo una dimostrazione. Ma perché questo? E quale significato si cela dietro ad entrambi? Ebbene, Solari è la zona che ospita questa area verde, poco distante dalla Darsena e dai Navigli. Insomma, richiama l’aspetto geografico, la collocazione precisa nella toponomastica di Milano. E Don Giussani? Si tratta di una figura ecclesiastica molto importante, punto di riferimento per gli emarginati.

Intitolato nel 2006 a Giussani (esattamente un anno dopo la sua morte) il progetto venne realizzato ben prima, nel 1935, affidato all’architetto Enrico Casiraghi. Di discrete dimensioni, si estende oggi lungo un’area trapezoidale di poco più di quattro ettari compresa fra il viale Coni Zunga e le vie Vincenzo Foppa, Montevideo, Solari nel municipio 6 di Milano

 

Parco Giussani: un profondo cambiamento

La creazione del Parco Don Giussani, come abbiamo già detto, fu commissionata ad Enrico Casiraghi, già nome di spicco nel suo campo. Difatti, nello stesso periodo si occupò pure del Parco Lambro. Gli obiettivi perseguiti dall’amministrazione comunale del capoluogo lombardo erano chiari: dotare di verde l’area, reduce da un profondo e tangibile cambiamento. In passato era, infatti, presidiata dallo scalo bestiame che serviva il vicino Macello pubblico. Si avvertiva il bisogno di cambiare, di offrire un luogo di ritrovo ai residenti, dove portare i figli e godersi delle piacevoli ore all’aria aperta. 

In un primo momento il Parco Don Giussani veniva attraversato dal fiume Olona, che sfociava nella Darsena di Porta Ticinese. Successivamente l’Olona fu prima coperto e dunque completamente incanalato lungo i viali della circonvallazione esterna, per scongiurare il rischio di inquinare i Navigli. Una scelta figlia della grande sensibilità nutrita nei confronti dell’ambiente. 

Nel 2004 la zona è stata soggetta a opere di riqualificazione che, peraltro, hanno fornito un sistema di videosorveglianza e una migliore illuminazione. Inoltre, ospita, fra le altre cose, una piscina comunale coperta (Piscina Solari), progettata nel 1963 dall’architetto Arrigo Arrighetti. 

Oggetto di interventi di ristrutturazione nel 1998 e totalmente rinnovata nel 2015, la gestisce MilanoSport, che organizza corsi di ogni nuoto per tutte le età. Da segnalare i lavori di riqualificazione della vasca coperta da 25 metri eseguiti nel 2007. Una peculiarità, che la rende piacevolmente fruibile pure nel corso della stagione estiva, è l’ampio solarium esterno, adeguatamente attrezzato. 

 

Alberi e attrezzature

Tra le piante ad alto fusto si segnalano: l’acero argentato, l’acero di monte, l’albero di Giuda, il cedro dell’Atlanta e dell’Himalaya, il carpino bianco, il faggio, la farnia, l’ippocastano, la magnolia, il mirabolano, l’olmo, il pioppo cipressino, il platano, il pruno, la quercia. Tra gli arbusti, alcune varietà di rosa e di ortensia. Le guardie ecologiche hanno predisposto un “percorso botanico”, con una breve guida descrittiva delle essenze. 

Al centro del Parco Don Giussani, una scultura, la “Porta di ritorno” di Kan Yasuda, rappresenta un pistacchio; poco distante dal ceppo (formazione rocciosa) della valle del Lambro sgorga, invece, una fontana. Quattro le aree di gioco per i bambini e tre gli spazi recintati per i cani. 

 

Viabilità

Sito vicino a Sant’Agostino ed a metà strada tra il Naviglio Grande e il Museo della Scienza (entrambi meritevoli di essere visitati!), Parco Don Giusanni promette un itinerario curioso pure con i più piccoli. A maggior ragione se visto come un’area di sosta dove rifocillarsi per un po’ prima di riprendere il giro. 

E ciò a prescindere dal fatto che ci si trovi a piedi o in bici, in quanto i giardini sono dotati di una pista ciclabile. È così davvero questione di un attimo decidere di prolungare il percorso fino alla Darsena. Il parco è servito dalla linea M2 (riconoscibile per il colore verde) della metropolitana, fermata Sant’Agostino.

 

Don Giussani: alla scoperta dell’uomo che ha dato nome al parco

Luigi Giovanni Giussani, figlio di Beniamino, disegnatore e intagliatore, e Angelina, operaia tessile, nacque il 15 ottobre 1922 a Desio, comune della Brianza. Entrato in seminario a undici anni, venne ordinato sacerdote dal cardinale Ildefonso Schuster il 26 maggio 1945. Nel corso del decennio seguente, dove consegue il dottorato in Teologia, avverte una crisi profonda nel cattolicesimo italiano. 

Pur conoscendo dottrina e dogmi i giovani se ne allontanavano. Per questo Giussani ottenne dai superiori il permesso di insegnare religione in un liceo statale, il Berchet di Milano, in cui presterà servizio dal 1954 al 1967.  La sua presenza nell’istituto fornì nuovo slancio a Gioventù Studentesca (il nome con cui Azione cattolica era presente nelle scuole superiori) e le conferì il connotato di un vero e proprio movimento. È l’inizio della storia di Comunione e Liberazione. 

Nel 1977 pubblicò Il rischio educativo, uno dei suoi libri più letti e tradotti, nel quale mise a frutto le riflessioni sulla ventennale esperienza di educatore. Con il tempo si sviluppano le intuizioni giovanili di Giussani riguardanti la missione e l’ecumenismo. Grazie anche a delle amicizie importanti, crescono i rapporti con il mondo ortodosso. Il Movimento si diffuse soprattutto in Europa, in America e negli Stati Uniti. Con l’inizio degli anni Novanta si manifestarono i primi segni della malattia; nonostante il suo avanzare Giussani pubblicò “Si può vivere così?” e “Generare tracce nella storia del mondo”, testi di fondamentale importanza per comprendere appieno la sua concezione del cristianesimo.