Cadorna: la prima stazione interconnessa con la metropolitana

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Cadorna
Cadorna

Cadorna è sempre stato il punto di riferimento del servizio di Ferrovie Nord Milano. Questo anche quando non aveva ancora assunto la denominazione di piazzale Luigi Cadorna, bensì si chiamava semplicemente Stazione Nord. Capolinea meridionale delle linee ferroviarie per Saronno ed Asso, la stazione di Milano Cadorna è oggi la principale del Gruppo FNM (avente come maggiore azionista la Regione Lombardia con oltre il 57%), sita nelle adiacenze della Triennale di Milano e del Castello Sforzesco. L’edificio ebbe inaugurazione nel 1879, cerimonia celebrata dal sindaco di allora Giulio Bellinzaghi. 

La struttura iniziale, in legno strutturale e dall’aspetto di chalet di montagna, fu demolita nel 1895 e sostituita con un edificio a tre piani. Nel 1920 la stazione subì degli interventi di ampliamento, ma finì distrutta nel 1943 durante i bombardamenti anglo americani della Seconda Guerra Mondiale. La ricostruzione, con l’aspetto attuale, iniziò immediatamente dopo la cessazione del conflitto bellico, affidata a Renzo Zavanella. 

Cadorna: la prima stazione interconnessa con la metropolitana

La stazione Milano Cadorna ha da sempre rivestito un ruolo importante nei piani urbanistici del capoluogo lombardo. Lo conferma il fatto che nel 1964 divenne la prima stazione ferroviaria della città a disporre dell’interconnessione con la metropolitana. In presenza dell’attivazione del Malpensa Express, verso la fine del secolo scorso sia la stazione che la piazza circostante hanno registrato degli interventi di riqualificazione.  

Il progetto si divideva in due aree d’intervento: da un lato la riqualificazione della vera e propria piazza, dall’altro il rifacimento della facciata della stazione, risalente agli Anni 50. Nodo principale il bisogno di risolvere la situazione caotica dei flussi di traffico veicolare (privato e pubblico) e pedonale intorno. Per riuscire nel compito, l’architetto Gae Aulenti optò per la riorganizzazione mediante il disegno di una nuova rotonda. In tale occasione fu installata la scultura urbana dei coniugi Coosje van Bruggen e Claes Oldenburg. 

Ago, filo e nodo

L’opera è rappresentata da un gigantesco ago, con un filo multicolorato che sbuca in un altro punto di piazzale Cadorna con il nodo finale. Realizzata in acciaio e vetroresina, si basa sull’idea di un treno che entra in una galleria sotterranea. Il fatto che la scultura sia divisa in due parti, ricongiunte idealmente nel sottosuolo, è un richiamo alla metro. Difatti, il filo presenta gli stessi colori identificativi delle tre linee meneghine presenti al tempo (precedente all’apertura delle M4 blu e M5 lilla). Come spiegato pure da Gae Aulenti nel corso di una conferenza al Politecnico di Milano, rappresenta inoltre una parafrasi del biscione presente sullo stesso di Milano. Infine, è ravvisabile un omaggio alla laboriosità della popolazione locale e, soprattutto, al mondo della moda, di cui la città è uno dei principali centri mondiali. Mostrato per la prima volta al pubblico nel febbraio 2000, è stata annunciata nel 2012 la restaurazione. Un gigantesco portico, retto da pilastri in acciaio tinti di rosso come i supporti della copertura della piazza, caratterizzano la maglia geometrica a base quadrata. 

Opera Ago, filo e nodo situata a Piazzale Cadorna realizzata dai coniugi Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen
Opera Ago, filo e nodo situata a Piazzale Cadorna realizzata dai coniugi Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen

La stazione di Milano Cadorna conta dieci binari di testa per il trasporto passeggeri, serviti da cinque marciapiedi provvisti di pensiline, ed è inoltre dotata di due parchi ricovero mezzi. Rispetto agli altri, il binario 1, impiegato unicamente dal servizio Milano Express, è sito in posizione leggermente più arretrata. Oltre che dall’ingresso principale di piazzale Cadorna, la stazione è accessibile pure da un ingresso secondario in via Leopardi. 

Chi era Luigi Cadorna

Il generale Luigi Cadorna, a cui è intitolata l’intera area, ha ricoperto il ruolo di Stato Maggiore all’epoca in cui scoppiò la Prima Guerra Mondiale. Fin dall’inizio fu il responsabile dell’intervento militare italiano, ma la disfatta di Caporetto ne danneggiò gravemente la carriera. Ottenne riabilitazione, anche a seguito dei meriti avuti, solamente nel 1924 da Benito Mussolini. Allora il piazzale si presentava molto più ampio rispetto ai giorni nostri. 

Critiche all’ultima versione

L’estetica oggi conferita è piacevole, anche se permangono le critiche sulle pensiline, le quali, collocate all’uscita della stazione, per quanto necessarie, soffocano l’ingresso. In totale l’edificio è stato ricostruito ben quattro volte o perché distrutto o per interventi di ammodernamento. L’ultima versione ha dato priorità alla resa funzionale, tuttavia esteticamente è quella apparsa meno convincente. Si ricordano le parole di Vittorio Sgarbi, ai tempi assessore alla cultura del Comune di Milano: “Il luogo è brutto, nato da un intervento sbagliato di un architetto indiscusso ma che ha fatto un’impresa sbagliata. Ha preso la piazza e l’ha occupata. Non è tanto l’ “Ago e il filo”. L’elemento di maggior disturbo è il porticato, perché sfigura il piazzale, facendole perdere la sua configurazione originaria”.