Monte Stella Milano: relax tra quartieri residenziali e svincoli autostradali

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2004
Monte Stella Milano
Monte Stella Milano

In una grande città, dove il ritmo frenetico degli impegni quotidiani lascia poco spazio per guardarsi attorno, spesso si finisce col perdere di vista il Monte Stella. Ogni giorno migliaia di persone ci passano accanto senza sapere esattamente cosa sia. Qualcun altro lo utilizza come punto di riferimento quando dà indicazioni stradali ai visitatori. Poi c’è chi invece lo ritiene un bel parco con tanto di collinetta dove fare footing o una passeggiata nel week-end, tempo permettendo. 

Chiamato “la montagnetta di San Siro” dai milanesi di lungo corso, se osservato da lontano può apparire una mera protuberanza del terreno; stretto tra quartieri residenziali e svincoli autostradali, senza avere particolare valore. In realtà le cose stanno diversamente. Anche perché, se ci pensate bene, una collina a Milano, città notoriamente piatta, non vi suscita una sincera curiosità? 

Monte Stella: fondi attinti dal Prestito Parini

La storia del Monte Stella inizia nella primavera del 1944. Siamo vicini alla fine del secondo conflitto bellico. Dopo mesi di bombardamenti a tappeto degli alleati, diversi palazzi era stati sostanzialmente rasi al suolo. La popolazione locale era mestamente in ginocchio e Piero Parini, un fervente fascista allora podestà, lanciò il 2 aprile una sottoscrizione per un prestito pubblico. Le casse pubbliche sanguinavano e occorreva necessariamente reperire nuovi fondi. Ciò che alla storia passò come “Prestito Parini”. 

Malgrado il Comitato di Liberazione avesse chiaramente spiegato che, una volta sotterrate le armi, il prestito non sarebbe stato riconosciuto, i milanesi risposero in massa. In una manciata di giorni viene raccolta la somma stabilita di un miliardo di lire. Tali risorse economiche furono in parte spese subito per smaltire le macerie. Come punto di conferimento, l’amministrazione comunale usufruì di alcune cave periferiche e una in particolare era l’ideale: la cava vicino a San Siro. Più grande delle altre e piena d’acqua, nascose – sotto i prati, gli alberi e le siepi – le abitazioni di mezza Milano. Sullo note di uno swing gentile, il cantautore Nino Rossi gli scrisse una bellissima canzone, interpretata da Nanni Svampa in maniera magistrale. Il testo recitava così: “Muntagneta de San Sir, tumba dei noster ca’…”. I versi, nonostante abbiano una componente drammatica, riescono comunque a strappare un malinconico sorriso. 

L’ingegno di Paolo Bottoni

Affinché la montagnetta di San Siro diventasse il Monte Stella a tutti gli effetti, si rese fondamentale il contributo apportato dall’architetto urbanista Paolo Bottoni. Il progettista del quartiere QT8, notando un giorno quel cumulo di macerie che ininterrottamente cresceva, pensò di trasformarlo in una montagna vera e propria. I lavori partirono nel 1949 e andarono avanti una ventina d’anni. Al termine, la superficie passò da 24.000 mq circa a oltre 190.000 per un’altezza di circa 100 metri. 

Quella montagna, fatta di dolore e sofferenza, l’architetto decise di intitolarla all’amata moglie Stella, scomparsa nel 1956. Poi ci fu una delicata fase intermedia fra gli Anni 60 e 70; quando certi loschi figuri lo avevano scambiato per una discarica di cadaveri e auto rubate. 

Alla fine degli anni Settanta arrivarono finalmente gli alberi, circa 600 piante direttamente trasportate dalla Toscana, fra cui aceri, carpini, faggi, olmi, pini e robinie. I bambini ci misero quindi del loro: successivamente a ogni nevicata prendevano puntualmente d’assalto il monte con sci e slittini. Il Comune ne trasse spunto e dal 1982 al 1984 la “montagnetta de San Sir” cantata da Svampa si trasformò in stazione sciistica. Il lato ovest venne attrezzato con impianti di neve artificiale, illuminazione e risalita. 

Lo Slalom Mondiale

Ma soprattutto una pista di circa 250 metri lungo la quale venne istituito lo “Slalom di Natale”. La reazione del pubblico fu caldissima. Furono allestite gare aziendali, slalom riservati agli ai dirigenti, gare femminili, gare per i classificati Fisi. E (sembra una storia dell’altro mondo, lo sappiamo) persino un parallelo a cui partecipò un giovanissimo Alberto Tomba. Manco a dirlo, la futura leggenda dello sport italiano e mondiale si aggiudicò la vittoria, battendo Erlacher. 

Monte Stella: la nascita di un movimento

Monte Stelle divenne un movimento. Sempre negli anni Ottanta conferì il nome a un’emittente radiofonica locale. Nel mentre l’area divenne location dove organizzare importanti concerti e alcune edizioni della Festa dell’Unità. L’utilizzo più nobile risale comunque al 2003, anno di inaugurazione del primo “Giardino dei giusti” in Italia. Ispirato al museo e al giardino di Yad Vashem di Gerusalemme, fu costituito al fine di omaggiare chi si è opposto ai crimini contro l’umanità. Non crediamo ci sia nulla di meglio per chiudere il racconto. 

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